Da qui si ricomincia lottando

Ieri, una corte di tribunale ha deciso che due musicisti andavano condannati a 5 mesi di reclusione.
Effettivamente non stavano studiando a casa, non suonavano applauditi in una sala da concerto.
Suonavano per strada, in una piazza, durante una serie di manifestazioni di protesta e di denuncia il 7 dicembre 2014.
Non solo, avevano un ruolo attivo, cercando di smorzare tensioni, evitare violenze, garantire il diritto a manifestare.

Questo diritto è la condizione minima, necessaria ma non sufficiente, per un sistema sociale che vuol farsi chiamare democratico.
La critica e il dissenso sono indispensabili allo sviluppo civile della società.

Da ormai vari decenni reprimere il dissenso, imbavagliare la critica e frustrare sul nascere le rivendicazioni degli ultimi è un impegno che i poteri economico, politico e giudiziario perseverano con instancabile zelo.

La sentenza nel processo di primo grado per resistenza e favoreggiamento, dopo più di un anno di udienze e sei anni dopo i fatti contestati, è folle: un gruppo di musicisti si interpone per pacificare una situazione di tensione e come ringraziamento viene condannato.
Cinque mesi di reclusione seppur con sospensione della pena poiché Spinash e Gianca risultano incensurati.

Ma non staremo a casa zitti come vorrebbero, lotteremo per una casa per tutti, lotteremo perché si possa dire quel che si vuole e quando si vuole e ci metteremo pacificamente sempre in mezzo se si vorrà impedirlo.

E non saremo soli, i tanti messaggi di solidarietà e vicinanza che ci sono arrivati in questi lunghi mesi lo testimoniano: condividiamo per tutti quello arrivato da Nicoletta Dosio e dal Comitato No TAV.

Da qui si ricomincia lottando.
La musica non si ferma, la Banda degli Ottoni a Scoppio non si arresta.

Dicembre 2015.
La Milano confindustriale mette in pratica il jobs act recentemente approvato e si prepara a lucrare sull’Expo.
Per l’inaugurazione della stagione lirica della Scala si rappresenterà il Fidelio di Beethoven. È la storia di una lotta di liberazione, sociale e di genere, ma alla lobby finanziario-industriale non interessa l’antico messaggio, quel che importa è l’esibizione del potere e delle ricchezze.
Mentre i ricchi si preparano a sfoggiare le toilettes, nella piazza si raccolgono le voci del dissenso.
A sostenere il dominio di sempre sono state schierate, come ogni volta, le truppe antisommossa.

Ma in piazza c’è anche la libera musica, la Banda degli Ottoni a Scoppio, musica per il popolo, la quale si frappone con uno scudo di note alle manganellate che, quasi immediatamente, piovono sui manifestanti.
Per questo scudo musicale la Banda degli Ottoni è stata messa sotto processo e, il 15 dicembre scorso, due dei suoi componenti-simbolo, Roberto e Giancarlo, sono stati condannati per “resistenza aggravata a pubblico ufficiale e favoreggiamento”.

Da anni il Movimento NO TAV ha al suo fianco i musicisti della Banda degli Ottoni a Scoppio: sempre presenti, generosamente, ad aprire con una carica di note i nostri cortei e le nostre manifestazioni, portando allegria e voce musicale alla rabbia generosa del nostro popolo in lotta.

Per questo e per amore verso una storia collettiva che viene da lontano, storia di resistenze di gioiosa ribellione, oggi siamo con voi, cari compagni, contro l’ingiusta sentenza che vi colpisce.
Alla faccia dei loro tribunali, c’eravamo, ci siamo, ci saremo sempre!

Le donne e gli uomini del movimento NO TAV.

[Comitati NoTav] da Nicoletta solidarietà alla Banda degli Ottoni a Scoppio.